Come abbiamo visto, e come le neuroscienze hanno confermato, la comprensione del concetto di numero, in tutte le sue valenze, deriva da una corretta acquisizione delle categorie primitive. Per questo motivo le attività legate ai prerequisiti, soprattutto spaziali, vengono riprese in tutto il volume di Classe prima e riutilizzate in situazioni problematiche via via più complesse riguardanti
logica, pre-cardinalità, cardinalità, pre-calcolo, calcolo, in modo da creare un circolo virtuoso in cui conoscenze e abilità peculiari di ciascuna specifica sezione interagiscono e si rafforzano reciprocamente, rendendo più agevole il viaggio verso le competenze.
Così come si dà, erroneamente, per scontato che il bambino che arriva nella Scuola Primaria sia “attrezzato” da un punto di vista delle relazioni spazio-temporali solo perché è in grado,
per esempio, di colorare la palla sopra la sedia, è altrettanto rischioso non riconoscere che, al suo ingresso a scuola, il bambino su molti aspetti degli oggetti matematici è già “competente”. La ricerca ha dimostrato che già nei primi mesi di vita il bambino ha la capacità innata non solo di riconoscere intuitivamente
e immediatamente piccole quantità (subitizing), ma anche di stabilire delle relazioni di maggioranza/ minoranza tra due insiemi distinti.
Proviamo a immaginare quindi quale bagaglio di conoscenze può aver maturato fino ai 5-6 anni! Compito della scuola deve essere quello di offrire un contesto di apprendimento che sviluppi e potenzi queste competenze di base. Occorre quindi che l’offerta didattica sia motivante, inclusiva e che non vada nella direzione di una mera semplificazione delle proposte. Lo scopo del progetto di Matematica è quello di proporre una svolta metodologica e didattica che vada nella direzione di “semplificare” l’accesso alle competenze matematiche partendo dagli effettivi bisogni dei bambini, dal viatico che la natura ha offerto loro e dalle esperienze che hanno fin qui maturato.