UNA MAESTRA ARCOBALENO

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Oggi mi permetto una riflessione.

Mi capita spesso di sentire parlare mamme tra di loro e condannare l’insegnante che corregge, a loro parere, in modo troppo incisivo i propri figli utilizzando “addirittura” la penna rossa

– Ma non lo sa quella che non si usa assolutamente la penna rossa? Che incompetente!

– … certo che, devi vedere che segni sul quaderno! Mio figlio ci rimane sempre male, povero, che colpa ne ha ?

Ora. Io uso la penna rossa.

Uso anche la penna rosa , quella verde, amo particolarmente la viola, per non parlare della azzurra.

Sono una maestra ARCOBALENO.

Io i miei alunni li spiazzo. Per una settimana correggo con la penna rosa, particolarmente amata dalle femminucce ( alla faccia della teoria gender…), poi improvvisamente passo a quella azzurra cielo ed infine li sorprendo con quella verde speranza. Per i miei alunni il rosso è un colore.

Anche per me. Un colore come un altro di cui tendo ad abusare nel periodo natalizio.

Ora. Gli errori sono un fatto educativo: se sbaglio mi correggo e se mi correggo imparo.

Con quale colore io corregga gli errori mi sembra una questione del tutto superficiale; se da domani io cominciassi a correggere solo con la penna rosa, i miei alunni collegherebbero questo colore all’errore e quindi rimarrebbero male di fronte ai segni rosa. In una gamma di mille colori tra cui poter scegliere, il rosso è forse quello che attira l’attenzione maggiormente: ad un incrocio indica uno STOP, in un ospedale il punto di maggior emergenza, su un quaderno l’elemento su cui devi fermare la tua attenzione.

Tutto qui. Stiamo davvero facendo una questione sul colore ? O sull’errore?

Perché a volte si insinua nella mia mente il dubbio che in realtà sia proprio il fatto che qualcuno punisca o riprenda il “povero” figlio la questione vera. Che la penna rossa sia solo un pretesto? Che si pensi invece che non bisogna punire o correggere?

Da che mondo e mondo impari se qualcuno corregge i tuoi errori; certo non è piacevole, ma necessario.

Ci rimango male un po’ ma la prossima volta non sbaglio più, così imparo e così, udite udite, divento più forte.

Perché è il caso di ribadire che il carattere di una persona si forma anche sbagliando, cadendo e riprovando , soffrendo, insistendo e superando le prove della vita. Si chiama resilienza ed è una cosa che manca a molti ragazzini figli di questa epoca.

Quindi siate maestri arcobaleno come me, a cui non importa del colore ma del rispetto dell’errore!

Vi piace il rosso ? Usate il rosso. Amate il giallo canarino? Benissimo.

Ma continuate a correggere, fatelo per i vostri alunni perchè ne hanno un gran bisogno, soprattutto quando a casa hanno una mamma che li chiama “poverino”.

Maestra Elena

maestra arcobaleno

 

 

Comments (1)

Completamente d' accordo. L' importanza dell' inciampo

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